martedì 5 marzo 2013

A cosa servono i sogni (Orhan Pamuk)

Marc Chagall, Il sogno di Lamon e Dryas, 1957
National Gallery of Canada, Ottawa
"I sogni servono a tre cose.
Alif: vuoi una cosa ma non ti permettono neanche di chiederla. Allora dici, l'ho sognato. Così, hai espresso il tuo desiderio senza chiedere.
Ba: vuoi fare qualcosa di cattivo a qualcuno. Per esempio vuoi calunniare qualcuno. Allora dici, ho sognato che la tale signora tradiva il marito, oppure ho sognato che portavano brocche e brocche di vino a quel tal pascià. Così, anche se non ci credono, parte della cattiveria va comunque a segno.
Gim: vuoi una cosa, ma non sai neanche bene quale. Racconti un sogno confuso. Gli altri lo commentano e dicono subito cosa devi chiedere e cosa ti possono dare. Per esempio dicono: tu hai bisogno di un marito, di un bambino di una casa...
Questi sogni non sono affatto cose che sogniamo veramente quando dormiamo. Tutti raccontano sogni fatti di giorno come se li avessero fatti di notte in modo da trarne vantaggio. Solo gli stupidi raccontano i sogni fatti di notte così come sono. Allora, o ti prendono in giro o commentano il tuo sogno come se ci fosse qualcosa di brutto. Invece i sogni veri non vengono presi sul serio da nessuno, neanche da chi li sogna. Voi lo fate forse?"

da 'Il mio nome è rosso' (capitolo ventiseiesimo), Orhan Pamuk

Traduzione di Marta Bertolini e Semsa Gezgin per Einaudi