lunedì 15 ottobre 2012

Suono del poeta in blues

Suono del poeta in blues
"I believe I believe I believe
love is the only one
I deceive I deceive I deceive I deceive
'cause I'm not that strong
hope you feel the same"

sabato 13 ottobre 2012

Il gaucho (Luis Sepúlveda)

Le frasi più belle della letteratura #3:


Fonte: Wikipedia
"Una volta lo vidi fotografare un gaucho di età indefinibile, di altezza vaga, di colore camaleontico sotto la luce della steppa. [...] Quell'uomo, cittadino a cavallo, abitante delle intemperie, signore dei venti, non aveva mai visto il proprio modo di essere e la prima cosa che riconobbe fu l'animale, finchè un altro cavaliere non si avvicinò e gli disse: «Sei tu, fratello, sei tu!»"
 

da 'Alchimia della luce, del rispetto e del miracolo', in 'Ritratto di gruppo con assenza', Luis Sepúlveda


mercoledì 10 ottobre 2012

Spesso il male di vivere ho incontrato (Eugenio Montale)

“Spesso il male di vivere ho incontrato”


Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. 

da 'Ossi di seppia', Eugenio Montale, 1925

Scena d'amore di Rick e Rachel (Philip K. Dick)

Le frasi più belle della letteratura #2:


"Lui si avvicinò al letto.
A forza di agitarsi Rachel riuscì a rigirarsi sulla pancia, seppellendo il viso nel bianco lenzuolo di sotto. «Questo è un nobile esemplare di letto pulito e vergine» affermò. «Solo ragazze nobili e pulite che...» S'interruppe, pensosa. «Gli androidi non possono avere figli» disse infine. «Ci perdiamo qualche cosa?»
Lui finì di spogliarla, mettendo a nudo i suoi lombi pallidi e freddi.
«Ci perdiamo qualche cosa?» ripetè. «Non lo so; non ho termini di confronto. Che si sente ad avere un figlio? Anzi che si sente a essere nati? Noi non nasciamo mica; non cresciamo; invece di morire di malattia o di vecchiaia, ci consumiamo come formiche. Sempre le formiche: ecco che cosa siamo. Cioè non te. Voglio dire, io: macchine chitinose dotate di riflessi, che non sono veramente vive.» Girò la testa d'un lato e gridò: «Io non sono viva! Non stai per andare a letto con una donna. Cerca di non rimanerci male, va bene? Hai mai fatto l'amore con un androide prima d'ora?»
«No» rispose lui, togliendosi la cravatta e la camicia."

da 'Ma gli androidi sognano pecore elettriche?', Philip K. Dick


Dallo stesso libro, fu tratto il film Blade Runner nel 1982. Ridley Scott descrisse lo stesso mondo e la stessa vicenda di Philip Dick, riposizionando completamente la filosofia dei personaggi e connotandola di significati diversi. La cupa e distopica fantascienza di Dick, divenne un noir drammatico, intriso di poesia e di postmoderno romanticismo. Così gli impudici e perversi amanti occasionali del romanzo (lo sbirro Rick e l'androide, la "cosa", Rachel), divennero i teneri innamorati del film. La sontuosa composizione musicale di Vangelis ha fatto il resto, completando l'atmosfera di questo capolavoro per immagini.